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Lampade agli joduri metallici

  L'introduzione di joduri metallici (sodio, tallio, indio, disprosio, olmio, cesio, tulio) oltre al mercurio nel precedente tipo di lampade aumenta un poco l'efficienza e migliora la resa dei colori (luce bianca solare) la qual cosa rende ancora più pesante il loro effetto nell'inquinamento luminoso. La luce è più bianca perché queste sostanze alle alte temperature si scompongono e gli ioni metallici emettono luce nelle zone ove il vapore di mercurio non presenta righe di emissione. Il costo di queste lampade è elevato e la riaccensione dopo uno spegnimento fortuito non è immediata, cosa pericolosa in caso di illuminazione stradale. Di queste lampade esistono diverse versioni commerciali (MHN, MHV, HPI, MHD, HQI-NDL, HQI-WDL) caratterizzate da diverse tonalità cromatiche. Esse contaminano notevolmente le bande fotometriche astronomiche e devono quindi essere considerate altamente inquinanti (sono probabilmente le più inquinanti in commercio). In genere, anche tenendo conto della loro scarsa efficienza rispetto ad altri tipi di lampade, esse dovrebbero trovare oggi la loro applicazione principale nell'illuminazione degli impianti sportivi ove le necessità di avere una luce perfettamente bianca supera gli altri svantaggi. Il loro uso, limitato ai casi di effettiva necessità di avere una luce perfettamente bianca, richiede una grande attenzione ad eliminare tutte le possibilità che la loro luce venga dispersa. Ove sono in vigore norme per la limitazione dell'inquinamento luminosoinquinamento luminosouso è strettamente regolamentato.


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Pierantonio Cinzano
3/12/1998